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L’ho trovata così, distesa a donare sangue e piastrine ai “suoi

bimbi”, Zia Caterina. Perché a lei piace pensare che andrà a loro  🙂

zia caterina dona il sangueE i bimbi, i suoi piccoli supereroi che loro malgrado approdano all’ospedale Meyer di Firenze, hanno trovato un sposto speciale nel suo cuore. I bimbi e le loro famiglie, perché “noi facciamo questo – mi ha detto – accogliamo il loro disagio, la loro sofferenza, i loro bisogni. I medici devono curare il bambino ma chi si prende cura dei genitori o dei nonni?”Zia Caterina guida il taxi dal 2001 per una promessa fatta con amore al suo Stefano e grazie a una storia che le è stata raccontata durante una corsa ha intrapreso un nuovo viaggio, la cui parola d’ordine è amore. Anzi donare amore.

Certo! ‘E logico, anche loro hanno bisogno! di un aiuto psicologico, di una casa accogliente, di un sorriso, di uno sfogo, di un fisioterapista, come nel caso della mamma di Gabriel (che peraltro vedo che è stato dimesso oggi… tantissimi auguri piccolino!!!)… è logico, ma non è scontato!

Donarsi

solo occhi che sanno vedere, solo un cuore capace di ascoltare e di donare, possono far aprire un guscio, far riscoprire la fiducia a chi avrebbe tutti i motivi per averla persa…
E così Zia Caterina si dà, con il suo sorriso, con il suo taxi Milano 25 così gioioso e strabiliante per un bimbo e  il suo vestire così stravagante e tutta la musica (del cuore) che la accompagna tra ciondoli, bracciali sonanti e maialino che grugnisce ad ogni movimento.

Lei non ha fretta, è sorridente e disponibile per chiunque veda in lei una luce diversa e si senta rinfrancato da una carezza o da una parola dolce.

Ma quanta sofferenza vedono i suoi occhi? Quanto dolore nelle storie delle famiglie cui dà sostegno?

Come fa a non farsi schiacciare dal peso di tutto quel male? – lei come tutti coloro che vivono situazioni analoghe – Impossibile non chiederselo.

Wonderland

Be’ Zia Caterina vive in un altro pianeta: Wonderland. Si nutre dell’amore di questi bimbi, dei sorrisi che riesce a donare e che, anche solo per un momento, vede che arrivano al cuore… e per non soffrire vive sotto il suo mantello! E mi dice “io sono contenta di vivere. Io mi butto ogni volta e mi fido, ma per fare questo bisogna ricominciare ogni volta da zero, sennò si sa già cosa succederà, si hanno aspettative e paure. Invece se si sta con questi bambini si impara da loro a buttarsi, a vivere ogni momento nella sua unicità – e così lo si affronta col sorriso a cuore aperto e si può rimaner stupiti! Bisogna cercare di dimenticare il male, sennò non si perdonano le persone e non si ripercorrono i luoghi della sofferenza, della rabbia o del disagio… Io viaggio verso il cielo ma bisogna crederci! pensare che è possibile!”

Certo, tutto bello (splendido direi), ma quando poi uno di questi bimbi se ne va come puoi sopportare il dolore, le chiedo.

“Quando muore una persona che ami ti dona la vita eterna. Resta con te! E non ti scordi più un giorno.”

Cosa insegnano i bimbi ai grandi?

Questi bambini, così apparentemente fragili, in realtà celano una forza ai più sconosciuta. Cosa insegnano ai grandi? “Ti insegnano a essere in prima linea. Si cade e ci si rialza“. E si apprezzano le piccole cose di ogni giorno.

E mentre siamo lì a parlare ci sono due bimbi meravigliosi, Elenoir e Gabriel, con il loro dolcissimo sorriso che, malgrado tutto, si godono il momento, uno col ghiacciolo in mano, l’altra con mamma e nonna in partenza verso casa, a fare foto con Zia Caterina e a giocare nel suo fantasmagorico Taxi!

Lillo Leone, nonno di Elenoir, mi dice che Zia è troppo generosa, sua moglie, nonna Marilena, la chiama l’Angelo sulla Terra – l’ha mandata Dio, mi dice.

con zia caterina, elenoir e il nonnoE mentre loro montano sul taxi per godersi il centro di Firenze io mi incammino verso la macchina, con addosso un’energia pazzesca,brividi per il dolore di tante famiglie, gioia perché ci sono persone speciali che si donano agli altri, voglia di raccontarlo, speranza di non dovermi mai trovare in queste difficoltà, preghiere per noi e per chi è meno fortunato, senso di gratitudine per tutti i medici e gli infermieri che si adoperano per salvare piccole vite, senso di positività per la visione di Zia Caterina… e aspetto di incontrarla di nuovo per raccontarvi del suo Taxi Home… un nuovo progetto, una nuova strada da percorrere con un’energia nuova, un’energia vitale, che guarisce… come quella dei vulcani che secondo Zia bisogna assolutamente far visitare a questi bimbi!

Ma ve lo racconto la prossima volta! 😉

Da http://misentofortunata.it/zia-caterina/ di Tessa Ercoli

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