“Ho iniziato a fumare regolarmente da quando avevo 15 anni per sentirmi ‘grande’, ed è stato attraverso uno screening che ho scoperto di avere un nodulo al polmone. Ma, in realtà, non avevo alcun sintomo che lo facesse presagire”. Alberto ha oggi 68 anni e, se è vivo, deve dire ‘grazie’ al progetto di diagnosi precoce “Un respiro per la vita” del Campus Bio-Medico di Roma, che mira a individuare il prima possibile persone a rischio di sviluppare il tumore del polmone, neoplasia che, nel 2018, ha colpito 41.500 italiani (dati Aiom).
Alberto è cresciuto vedendo la nonna riparare e creare abiti. L’amore per i tessuti, la pelle e per tutto ciò che è ‘trasformabile’ è diventata la sua professione e anche quella dei suoi figli. Ma i suoi piani ha dovuto improvvisamente interromperli lo scorso anno. “Sapendo del mio vizio per fumo, un mio amico, nel 2011 mi aveva segnalato un progetto di screening del tumore al polmone al Campus Biomedico: avevo 60 anni e fino ai 57 avevo fumato in media un pacchetto di sigarette al giorno….CONTINUA SU ANSA>>
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